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A CREW: LIBERIAMO IL MONDO DALLE PERSONE PERICOLOSE (Thriller - mini romanzo) - Riedizione 2021




Ejay Ivan Lac

A – CREW

LIBERIAMO IL MONDO DALLE PERSONE PERICOLOSE




Capitolo 1

La riunione degli A





In una vecchia fabbrica abbandonata, poco fuori la città di Milano, una quarantina di persone tra uomini e donne di varie età, si riunì verso le venti di sera, in una giornata fredda d'inverno.

Nuovi arrivati e alcuni già formati, una cellula segreta denominata A crew, intenta a spazzare via o fermare tutte quelle persone considerate pericolose per gli altri.

L'umanità stava affrontando una pandemia pericolosa che aveva causato milioni di morti, un numero che non accennava a fermarsi nonostante i centinaia di tentativi da parte dei governi mondiali.

Le persone avevano delle regole da rispettare per contrastare il virus, ma molti andavano contro il sistema, rifiutando qualsiasi legge e qualsiasi regola imposta dallo stato.

Gli A si erano riuniti per mettere in atto uno dei piani più grandi, il loro obbiettivo in quel momento, era quello di dichiarare guerra a quella parte di esseri umani che si era trasformata in diffusore della malattia, con teorie complottiste e con atti estremi per andare contro un governo che non gli apparteneva.

Il capo degli A con nome fittizio Morgan, era su una pedana per parlare a tutti gli invitati alla riunione di preattacco.

Morgan: "Vi ringrazio per essere venuti stasera. Questo non è un giorno come gli altri, questo è l'inizio di una lunga guerra contro i nostri simili. Siamo stanchi di perdere persone, siamo stanchi di non poter più lavorare e di essere ormai da anni privati di ogni libertà. C'è un terribile virus qua fuori e con esso esistono anche terribili persone che continuano a infettarsi per causa della loro stupidità.

Il nostro obbiettivo è quello di fermare queste persone ormai gestite da qualcuno che le spinge a diffondere la malattia, che le spinge ad odiare le leggi, lo stato e le regole che impediscono al virus di espandersi.

Se domani muore un tuo parente è per colpa loro, se domani ti ammalerai è per colpa loro, se perderai qualcuno che ami, sarà per colpa loro. Credono che sia tutta una messa scena, ma questi sono a tutti gli effetti degli assassini, dei terroristi.

La libertà di un essere umano va fermata la dove la sua libertà mette a rischio o uccide altre persone!!!

Noi questa sera siamo qui, per fare ciò che i nostri governi non hanno coraggio di fare, fermare i diffusori, bloccarli, spaventarli per evitare che questi nemici possano diffondere morte, odio e stupidità!!!"

La folla di persone che lo stavano ascoltando annui a gran voce al discorso del loro leader, tutti sapevano cosa fare quella sera, erano stati tutti ben informati tramite blog privati e email.

Jonathan, un giovane ragazzo di ventisette anni, era affiancato alla squadra di Diego, che lo invitò a salire su un blindato tutto nero.

Jonathan salì sul blindato, notò delle armi vicino ai sedili, altri tre salirono sul mezzo mentre Diego si mise alla guida.

Jonathan: "Scusate, ma... Queste armi a cosa servono?"

Diego: "Servono ha spaventare, non sono pericolose, lanciano bombe lacrimogene. Nulla di mortale"

Nel gruppo si trovava una giovane ragazza dai capelli rossi, Melissa. Guardava Jonathan è notò che era spaventato: "Hey rilassati, non stiamo andando a uccidere nessuno"

Jonathan: "Questo l'ho capito, ma sto pensando a cosa potrebbe succederci se venissimo fermati dalla polizia”

Diego: "La polizia? Tu sei nuovo, non hai ancora idea di che organizzazione abbiamo per la missione di stasera, cerca di rimanere concentrato, chiaro?"

Jonathan: "Certo, si, si va bene... sono pronto"

Diego fermò il blindato in un piccolo parcheggio guardando il ragazzo dallo specchietto retrovisore: "Tu hai contattato noi per offrirti come membro, pronto a tutto. Ma da quel che vedo ti stai cagando sotto, se mandi a puttane la nostra squadra, io ti spacco tutti i denti, ci siamo capiti?" il ragazzo lo guardò in silenzio, poi rispose: "Ho detto che sono pronto, non preoccupatevi".

Diego mise in moto il blindato ed esclamò: "Molto bene, proseguiamo!"





Parte 2

Ferma la cena




Quella era la notte perfetta per gli A per far conoscere la propria esistenza, sapevano che avrebbero lasciato il segno, il clima che si stava vivendo nel mondo era un clima di guerra, non era un attacco verso lo stato, ma una battaglia contro la stupidità umana, quella parte di società che rendeva la libertà di pensiero pericolosa e molte volte mortale.

Secondo gli A, esistono gruppi segreti che manipolano le persone portandole a comportarsi in modo nocivo, provando a creare un esercito di manipolati per distruggere il sistema politico. Chiunque portava avanti questi ideali pericolosi, veniva considerato servo del male da parte degli A. I servi del male erano composti da negazionisti, divulgatori di fake news e sostenitori del complotto, convinti che la pandemia fosse una finzione causata dall'intero sistema politico per decimare la popolazione mondiale, aumentando i loro profitti.

L'obbiettivo degli A era quello di fermare l'esercito di persone pericolose, scovare e distruggere questi gruppi segreti che via internet innescavano lavaggi del cervello, per convertire le persone dalla parte del male.

Diego guidava verso l'obbiettivo, nelle deserte strade della metropoli di Milano, tenendosi in contatto con gli altri dodici blindati, ogni uno di loro aveva un obbiettivo diverso ma con lo stesso scopo.

La loro missione era una sorta di attacco, verso chi non rispettava le regole anti contagio, quella sera sapevano che nella loro città nonostante il lockdown, si erano aperti luoghi come ristoranti e pub, punti di incontro per chi andava contro le regole dello stato.

Diego: "Jonathan, dimmi una cosa, pensi che stiamo facendo la cosa sbagliata? hm?"

Jonathan: "No, non lo penso affatto, il fatto è che per me è una cosa nuova, ho solo paura delle conseguenze. Ma è solo una mia paura, non penso che siate sbagliati, altrimenti non sarei qui"

Melissa: "Ogni uno di noi ha perso alcuni membri della famiglia, tra genitori, nipoti, nonni. Questa gente continua a ribellarsi alle regole, continuano a portare il rischio di contagio a livelli alti, tutto quello che sanno fare è portare odio, non gli frega un cazzo dell'umanità, sono stati programmati per essere schiavi del denaro, della superiorità, trasformandoli in deboli individui facili da distruggere. Oggi è il virus, domani sarà il clima, poi saranno le guerre e chissà cos'altro ancora"

Jonathan: "Certo, si lo so bene... sono perfettamente d'accordo con voi"

Il blindato si fermò davanti all'obbiettivo, un ristorante che conteneva all'incirca un centinaio di persone, mentre tutta la città era in pieno coprifuoco loro erano tutti li ad infrangere le regole. Diego accese il sistema di comunicazione per collegarsi con gli altri blindati: "Noi siamo in posizione, voi siete tutti sul vostro obbiettivo?" uno dei blindati rispose: "Affermativo, siamo tutti pronti".

Melissa insieme al gruppo abbassarono i finestrini rivolti verso il ristorante, presero i lancia lacrimogeni e li puntarono verso la vetrata, Jonathan prese l'arma ad uno del gruppo: "Scusa, voglio farlo io, ne sono capace fidati" Diego diede il permesso di dare a lui l'arma.

Jonathan si mise in posizione insieme a Melissa, aspettandò l'ordine di attaccare il ristorante. Diego manteneva il collegamento radio con gli altri, pronto a dare il via: "Mi racomando, non colpite nessuno, fate solo in modo che i fumogeni entrino all'interno del locale"

La tensione si stava facendo sempre più alta, le squadre erano pronte con l'attacco, Diego si mise in posizione di guida per poter scappare velocemente, guardò la strada e diede l'ordine: "Ora!".

Le bombe lacrimogene vennero sparate contro le vetrate, spaccarono il vetro ed entrarono nel ristorante, una finì sul tavolo all'interno di un piatto di pasta, la gente spaventata si allontanò ammassandosi nel fondo del locale, i lacrimogeni si accesero ed espansero il fumo nell'aria. Le persone fuggivano impaurite, Jonathan vide un fucile al suo fianco, lo prese e cominciò a sparare contro la folla, riuscì a far saltare qualche testa, il sangue macchiava i muri e la strada. Melissa si gettò contro il ragazzo per fermalo. Diego mise in moto il blindato e si allontanarono velocemente dalla postazione.

Anche gli altri gruppi lanciarono i lacrimogeni verso le vetrate, il caous si dilagò nelle strade, le persone fuggirono via veloci, altri caddero a terra facendo fatica a respirare. Un uomo che si trovava all'interno di uno dei locali trovò un foglio in strada, nero con una A bianca incisa sopra e la scritta "Torneremo".

Melissa: “Ma che cazzo di tice il cervello? Vuoi farci mettere nei guai per caso?”

Jonathan: “Voi pensate veramente di fermare queste persone con dei lacrimogeni? Dobbiamo sterminarli, non lasciarli andare!!!”

Melissa: "Dobbiamo allontanarci il più possibile dalla città, avranno già allertato le forze dell'ordine"

Jonathan: "Dove andiamo adesso? dove ci nascondiamo???"

Pietro, uno dei membri del gruppo cercò di calmare la situazione: "Restiamo calmi, ok? Siamo abbastanza lontani ormai, direi di tornare alla fabbrica abbandonata, prendere le nostre auto e con calma torniamo nelle nostre case"

Tutte le squadre arrivarono al punto di ritrovo, Jonathan scese dal blindato e Diego si avvicinò a lui: "Bravo ragazzo, hai fatto un ottimo lavoro" Jonathan sorrise e lo ringraziò.

Melissa si avvicinò a Diego: “Cosa? Ha ucciso delle persone, questo ci metterà in guai molto seri”

Diego: “Tu credi davvero che continueremo ad usare bombe lacrimogene per i nostri futuri attacchi? Pensavo che la situazione ti fosse più chiara”

Melissa: “Mi dispiace, ma io non andrò in giro a far saltare teste alle persone...”

Diego: “La prossima volta che morirà un altro componente della tua famiglia, andrai a ringraziarli con un mazzo di fiori?”

La ragazza gli voltò le spalle e si allontanò dal magazzino, Jonathan poco distante da loro, vide tutta la discussione.




Parte 3

Inaspettato





Jonathan tornò a casa, aprendo la porta vide sua madre sul divano che guardava le ultime notizie del telegiornale, si parlava dell'attacco contro i locali aperti durante l'emergenza sanitaria. Mentre si dirigeva verso la sua stanza la madre si alzò dal divano e lo fermò: "Jonathan, dove sei stato?" il ragazzo si girò verso di lei: "Ero a fare un giro con la macchina" la donna si avvicinò a lui e tirò fuori dalla tasca il volantino nero degli A: "L'ho trovato nella tua stanza, cos'è?" il ragazzo lo prese dalle sue mani: "Niente, è un volantino".

La madre lo prese da un braccio: "Non ti sarai mica messo nei guai, eh? Guardami negli occhi e dimmi che non centri nulla" Jonathan non sapeva cosa rispondere, la madre ne tirò fuori un altro: "Questo l'ho trovato stasera in strada, davanti ad un ristorante".

Jonathan: "Cosa ci facevi in giro? come hai fatto a trovarlo?"

Mamma: "Dimmi che non ti sei messo nei guai, rispondimi"

Jonatahan: "Sei andata a protestare in uno dei ristoranti?"

Mamma: "Non pensare a quello che ho fatto io, dimmi cosa hai fatto tu"

Jonathan: "Ti ho detto che sono andato a fare un giro in macchina"

Mamma: "Tu sai in che guaio ti stai cacciando vero? Vuoi far parte di un gruppo di terroristi che scatenerà una guerra? Vuoi questo per caso?"

Jonathan: "Ammettiamo il caso che io faccia parte di questo gruppo, l'unica persona stupida tra me e te sei tu. Mettitelo in testa, sono le persone come te che si metteranno nei guai!!!"

Il ragazzo andò nella sua stanza e si chiuse dentro, la madre urlò da dietro la sua porta: "Non ti rivolgere più con quel tono verso di me, chiaro???"

Jonathan seduto sul suo letto ricevette la chiamata da parte di Diego: "Ciao teppista, la nostra missione ha avuto una risonanza pazzesca, adesso tutti conoscono gli A. Spero ci aiuterai con la prossima missione, sai, in caso non abbiano ricevuto il messaggio... che ne pensi?" Jonathan guardando la finestra della sua stanza rispose: "Si... contate pure su di me, ci aggiorniamo...".







Fine 














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