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EJAY IVAN LAC: STORIE INCREDIBILI DELLA DOMENICA DEL CORRIERE




EJAY IVAN LAC

STORIE INCREDIBILI DELLA DOMENICA DEL CORRIERE


La storia si scrive ovunque nel tempo, la storia rimane impressa su ogni azione che la società lascia nel suo cammino. 

Nei giorni nostri la storia si scrive nei Social, in quella creazione dell'uomo chiamata internet. In futuro la società che verrà, troverà nella rete tutto ciò che ora stiamo scrivendo. Raccoglieranno informazioni sfogliando le nostre pagine personali, i nostri Blog, le foto che abbiamo caricato, andando a costruire un percorso che narrerà ciò che eravamo. 

Le nostre usanze, i nostri costumi, i nostri sbagli e gli eventi che ci hanno accompagnato ad ogni tramonto e ogni alba. Ricostruiranno i tasselli di come la società è andata ad evolversi. 

È se guardiamo indietro, anche senza internet, il mondo, a suo modo, ha lasciato le atmosfere che furono, tramite le foto, i quadri, i libri e soprattutto, i giornali. Quei megazine che raccontavano la quotidianità degli esseri umani. 

È affascinante notare quanto un giornale antico, possa approfondire quei dettagli, che con poche parole mostravano ciò che gli occhi di un tempo guardavano. 

È molto più affascinante di un libro, perché se uno scrittore inventava storie, che venivano contaminate dal modo di vivere di un tempo, un giornalista raccontava la realtà così come i suoi occhi la vedevano e le sue orecchie sentivano.

Perlustrando la vecchia testata giornalistica La Domenica Del Corriere, nata a Milano nel 1899 e chiusa nel 1989, mi sono imbattuto in centinaia di eventi, che con i suoi spettacolari disegni, e le sue piccole descrizioni, riescono a portarti nell'atmosfera di ciò che era l'Italia e il mondo intero, già dalla copertina di introduzione. 

Ho scelto quelle che più mi hanno incuriosito, anche se ce ne sarebbero migliaia da mostrare e raccontare. 

Vorrei portarvi per un attimo, all'interno di questo viaggio, che magari potrà essere breve, ma lungo per la sua enorme quantità di dettagli.



Clienti inattesi

Un giorno come tutti gli altri, nella vecchia Francia del 1947, una giovane coppia decise di andare pranzare, felici ed innamorati, in un piccolo caffè del paese. 

Tra il profumo del caffè e qualche pasta dolce sul tavolo, si parlava del più e del meno. Ma qualcosa ha cambiato quella giornata, il soffitto del locale emanava strani rumori, proprio sopra i due clienti, lei guardò in alto e disse: "Tesoro, non senti degli scricchiolii sopra di noi?" lui guardò, nel punto da lei indicato: "Amore... è un soffitto molto vecchio, dovrebbero sistemarlo".

Fu in quel momento che dal piano superiore, si aggiunsero nuovi ospiti, sopra il loro tavolo, con la particolarità di portarsi dietro l'intero letto. Il soffitto crollò, mentre gli sposi erano ancora in pigiama.

Un risveglio con servizio caffè, senza neanche fare le scale.




Litigare per diventare ricchi

Due coniugi a Rovigo, si misero a litigare in casa, quel giorno del 1969, i due erano nel pieno di una lite furiosa. 

Non avevano molti soldi, e non vivevano benissimo, in quei tempi difficili per loro un pasto sicuro era uno degli obbiettivi principali per non morire di fame.

Ogni lavoro era buono, ma quel giorno la difficoltà aveva dato alla testa il marito, volarono parole violentissimo in quella casa, lui accecato dalla rabbia prese la moglie e gli diede un violentissimo spinone contro la parete. 

Quel muro così sottile si spaccò, e da esso cominciarono a cadere monete d'oro e d'argento. 

I due si guardarono e videro le monete sul pavimento, smisero di litigare iniziando a contare tutte quelle belle monete saltate fuori dal muro, per una somma di 10 milioni di lire.





Presa al volo

Un pomeriggio a Siracusa, un giovane ragazzo stava lavorando alla sua camera, sentiva la gente preoccupata fuori dalla finestra, la voce di una ragazza che chiedeva aiuto lo incuriosì, così decise di affacciarsi per vedere cosa stesse succedendo. 

Avvicinandosi alla finestra, notò i piedi della giovane, penzolare nel vuoto. Si affacciò per vedere cosa stesse facendo e notò che era appesa nel vuoto, sostenuta dal suo vestito incastrato in un gancio: "Resista, resista!!! Non si lasci cadere" gridò il giovane. 

Corse subito giù per le scale, posizionandosi sotto di lei nel cortile. La ragazza disperata gridava: "Aiutatemi vi prego, sto per cadere" il ragazzo cercò di rassicurarla: "Non abbia paura, provi a sollevarsi, si aggrappi alla finestra, in caso sarò pronto a prenderla" 

La ragazza continuava a gridare: "Cosa??? Dovrei lasciarmi cadere? Sei forse matto???" purtroppo la stoffa del suo vestito non resistè a lungo, così si strappò cadendo nel vuoto. 

Il ragazzo fu pronto a prenderla e caddero entrambi a terra. Per fortuna quella caduta non ebbe cosenguenze mortali, lui si ritrovò con alcune contusioni, mentre ahimè, la povera e giovane ragazza, presentò ferite molto gravi, ma si salvò.



Un prete bagnino

Anna e le sue piccole amiche, stavano giocando allegramente sul lungo mare Imperatore Augusto, a Bari. 

Si trovavano vicino ad un muretto, sotto di loro l'acqua era molto profonda, cadere senza saper nuotare, era molto rischioso. 

Una delle sue amiche la sfidò: "Scommetto che hai paura a salire sul muretto da sola" Anna la guardò, poi guardò il fondo: "No, io sono molto coraggiosa" 

Così un'altra ragazzina gli disse: "Allora sali sul muretto e vediamo" Anna per non farsi prendere in giro dalle sue amiche, decise di salire sul muretto, alzandosi in piedi su di esso, le ragazzine la guardarono con le bocche spalancate. 

Un gruppo di domenicani, che si trovava proprio lì vicino, vide la ragazzina in piedi, sul bordo del muretto, uno di loro gli gridò: "Cosa fai? Scendi subito o ti farai male!!!" la ragazzina tentò di scendere ma perse l'equilibrio e volò giù dal muro, cadendo nelle acque profonde del mare. 

Anna si sbracciava e si agitava, tentando di rimanere a galla, quando tutto d'un tratto si sentì afferrare. Era Padre Domenico, colui che gli aveva gridato pochi minuti prima, si era tuffato in acqua, per salvare la piccola bambina nei guai. 

Riuscì a portarla a riva sana e salva, anche se tutta bagnata.




Esercito liberatore

Nel 1918, le terre distrutte per un anno intero, sottoposte ad un crudele martirio, riuscirono a tornare libere, e riconsegnate alla patria. 

Il loro nemico fu fatto fuori e debellato, come quando il sole distrugge le nuvole della tempesta, per tornare ad illuminare le terre devastate. 

Molte persone, con il sorriso fiero e l'anima colma di vittoria, inalzarono al vento la bandiera tricolore dei fratelli, che attendevano da tempo. Per poter baciare le lacere gloriose dell'esercito che liberò, le loro strade.

Così la giovane donna, per omaggiare, prese la bandiera tricolore e salì in cima ad un palazzo, davanti a lei i residui di una città a pezzi, ma con l'anima pronta a rialzarsi. Il vento aiutò la giovane donna, a sventolare il suo orgoglio nell'aria e respirare l'ossigeno della libertà, che sognava da molto tempo.





Legata come scudo

Correva l'anno 1943, le truppe tedesche attendevano il nemico sul fronte orientale di Guben. 

Uno dei soldati guardò dei carro armati sul fondo, pronti per andare nella loro direzione: "Tenetevi pronti, stanno arrivando" un suo compagno lo guardò: "Facciamoli fuori tutti questi bastardi" 

Le truppe tedesche si misero in posizione per assalire il nemico, ma uno di loro, con il cannocchiale, notò qualcosa sul muso di uno dei carro armati: "Aspettate!!! Aspettate!!! C'è qualcosa di strano..."

Il compagno si avvicinò a lui: "Cosa? Cosa dobbiamo sapere? cosa vedi?" mettendo bene a fuoco, notò una giovane infermiera legata sul muso del carro armato, portava la fascia della Germania sul braccio destro. 

I soldati rimasero scorcertati, non sapevano come aprire il fuoco e fermare il nemico che avanzava prepotentemente verso di loro. 

Uno di loro abbassò l'arma: "Non possiamo sparare a una donna innocente, per giunta tedesca" il carro armato passò davanti a loro, mentre la giovane infermiera gridava dal mezzo: "Aiutatemi!!! Non sparate!!! Non sparate!!!" 

Uno dei soldati sovietici, uscì fuori e sparò contro i soldati tedeschi, alcuni si nascosero, altri fuggirono mentre altri cadevano davanti agli occhi dei loro compagni come mosche. 

Il mezzo si allontanò da loro, sotto gli occhi increduli dei militari. Scoprirono tempo dopo, quando riuscirono a riappropriarsi di alcuni villaggi, che molte persone avevano subito atrocità e sevizie molto raccapriccianti.




Giù dallo spazio

Un padre e un figlio, a Duas Pontas, stavano prendendo aria fresca, seduti poco vicino dalla loro abitazione, l'aria di campagna, verso sera, era distensiva e rilassante. 

I due guardarono il cielo stellato, quella sera, era così affascinante che anche la luna sembrava nitida, da riuscire a vedere i suoi crateri. 

Il cane del bambino si avvicinò a lui: "Cosa c'è? Perché sei così agitato?" esso si alzo dallo sgabellino, prese un legno e lo tirò lontano, per far giocare il suo amico. 

Ma qualcosa di strano fece tremare il terreno, alle sue spalle notò una luce intensa e particolare, quando si girò, vide un'enorme mezzo a forma di disco, che cercava di catturare suo padre, con dei bracci meccanici che lo afferrarono dalle spalle. 

Il bambino rimase scioccato, corse verso il padre per aiutarlo e lo afferrò dalle gambe, ma quel mezzo era così forte e rumoroso, che non riusciva a fare nulla. Così fuggì e si nascose dietro ad un muro di fieno. 

Vide il padre che venne letteralmente risucchiato all'interno del velivolo, che chiuse il portello, riprese il volo e sparì velocemente oltre il cielo. 

Quando le autorità chiesero al bambino cosa fosse successo, lui raccontò quanto accaduto. Furono in dubbio sulla descrizione del piccolo ragazzino, restava comunque il fatto che il padre, era scomparso nel nulla e non vi erano tracce.



Calze di seta per le donne di marte

La signora Rosa, stava tranquillamente attraversando il sentiero di un piccolo boschetto nei pressi di Arezzo. 

Il sole splendeva alto e caldo, in quella giornata dove i profumi dei fiori avvolgeva l'aria che respirava. Raccolse dei fiori e ne creò un mazzo bellissimo, nell'altra mano teneva un paio di calze di seta. 

Rosa amava camminare a piedi nudo nella natura, assaporando la bellezza dei colori che donava ai suoi occhi, ma qualcosa riuscì a distrarre la sua attenzione dal paesaggio. 

Si sentiva osservata da qualcuno, si fermò per guardarsi le spalle, ma non vide nessuno. Decise di proseguire accelerando il passo sul prato che si trovava davanti a lei. 

Improvvisamente due piccole figure salutarono fuori da un cespuglio, erano due omini piccoli, simili a degli gnomi, con una tuta grigia e uno strano cappello sul capo. Rosa si spaventò, li guardava incuriosita ed esclamò: "Cosa volete, perché mi state seguendo?" i due si guardarono mettendosi a ridire. 

Sempre con quel sorriso perenne sul viso, si avvicinarono a lei, rubandogli il mazzo di fiori e le calze di seta, fuggendo via dalla signora. 

Rosa si mise a seguirli di corsa: "Fermatevi mascalzoni!!! Ridatemi le mie calze!!!" 

I due piccoli esseri arrivarono davanti ad un velivolo molto strano, dalla forma di un doppio fuso. Li attendeva lì, nel prato, con una porticina aperta, gli esseri entrarono dentro e si chiusero. Rosa si fermò, restò a guardare l'oggetto che si alzò dal terreno e prese il volo, alzandosi velocemente nel cielo, fino a scomparire. 

Nella denuncia fatta dalla donna, era riportata la storia completa, anche se molti la ritenevano vittima di allucinazioni, lei confermò sempre che quel che le è accaduto, è vero, dalla a alla z. 




Fine



(Tutte le storie sono state ricostruite in carta bianca da Ejay Ivan Lac, ispirate agli eventi originali) 


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