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LONTANI DAL MONDO: In cerca di calore, in cerca di un'anima! (VM18)






Ci sentivamo da tempo, due amici speciali, ma quella sera avevamo un'ossessione pulsante dentro di noi, avevamo il bisogno di parlare con qualcuno che non sia stato influenzato da tutto ciò che alberga, all'interno di ogni essere umano.

Qualcuno che riusciva ad oltrepassare ogni genere di pregiudizio, ogni genere di pochezza, e quel qualcuno eravamo noi, io per lei, lei per me. Fuori pioveva spesso, anche quando splendeva il sole, piove tutt'ora, anche se il cielo è stellato, la notte, la nostra preferita, la notte che rinchiude tutti in casa e rende le strade meno affollate.

La notte che racconta, la notte che rilassa, il freddo che barrica le porte della società, e rende noi anime disturbate, libere di camminare senza essere visti da chi non sa guardare, da chi non sa capire, la nostra visione, il nostro modo di essere, quell'essere interno, quel disegno all'esterno.

Scrisse sul mio smartphone "Aprimi, sono giù" lei, bellissima creatura incontaminata, sa guardare negli occhi, non gli serve guardare altro, sa ascoltare il cuore, non gli serve ascoltare altro. Si sta bene insieme, quando al tuo fianco hai un'essere umano che riesce a incastrarsi perfettamente nel tuo mondo, ti senti sollevato, ti senti libero di essere quello che vuoi, di dire quello che vuoi, sai che avrai un riscontro, verbale, mentale... e se il momento lo permette, anche fisico!

Era silenziosa, in quella stanza soffusa, seduta su quel divano nero, mi sorrideva, mi disse "Vieni qui vicino a me" sentivo sulla pelle che aveva lo stesso bisogno che avevo io, il calore di qualcuno di cui puoi fidarti, quel calore di un'anima che riesce a capire tutto di te, non è un banalissimo amore, ma qualcosa di più di un semplice schema che seguono tutti.

Si abbracciò a me, mentre guardava la finestra davanti a noi, coperta da una tenda blu, le mie mani accarezzavano la sua schiena, gli scaldavano la pelle anche se la toccavo sopra la stoffa della sua maglietta nera. Mi raccontava delle cose, mentre il suo profumo penetrava nelle mie narici, ad ogni respiro, un profumo che resta nella mente e puoi ricordarti di lei, appena lo senti in giro quando è assente.

Le parole si fermarono dalle nostre bocche, le parole, lettere e suoni che non avevano più significato, le frasi le usano tutti, volevamo qualcosa di più di una semplice condivisione di pensieri, di quelli, ne avevamo già abbastanza. Riuscivamo ad eccitare i nostri cervelli, ormai eravamo ad un orgasmo celebrale causato da stimoli nati da una perfetta intesa, tra intelletto e conoscenza che si intrecciava come corde dorate, che illuminavano l'anima buia dentro al nostro cuore.

Le mani, che cominciavano ad accarezzare i nostri corpi, le mani, che facevano chiudere i nostri occhi, appoggiando le nostre fronti l'una all'altra, come per trasmetterci vibrazioni forti, quelle emozioni che solo noi due potevamo capire insieme. Le labbra, che lentamente si sfioravano, il sapore di qualcosa che non abbiamo mai assaggiato, la timidezza e quel pizzico di curiosità, faceva tremare piacevolmente il nostro corpo.

Volevamo stare al buio, spogliai lentamente il suo corpo, le nostre pelli si toccavano e prendevano fuoco, non importa il perchè stavamo facendo tutto quello, dentro di noi ogni noia stava mollando la presa, dentro di noi, ogni confusione si chiudeva dietro ad una porta, proprio come le persone si chiudono in casa per la notte e per il freddo, lasciando le strade libere di essere percorse da emozioni più forti, come le nostre menti, erano libere in quel momento, per essere percorse dal nostro calore.

Quella pelle morbida che toccava la mia lingua, quei suoi capezzoli emozionati, che leccavo con tranquillità, mentre penetravo dentro di lei, sentivo il calore, bollente, delle sue carni che mi scaldavano il pene. Il suo respiro che inumidiva il mio collo, e quel profumo, quel buonissimo profumo che si amalgamava in tutto il mio corpo, in tutto il mio essere. Mi stringeva, forte, non gli importava se eravamo amici, se non eravamo i classici innamorati, i soliti fidanzati, in quel momento volevamo solo sentirci lontani, da tutti gli altri, da tutto quello che era fuori.

Lontani da ogni male, da ogni sofferenza, lontani dalle nostre stesse anime confuse e tal volta, lacerate, quello era l'unico modo per sentirci meno soli, meno abbandonati dagli eventi, era la nostra trasgressione che ci faceva sentire liberi di fare qualcosa che ci incuriosiva.




(Ejay Ivan Lac)


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