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LA SCATOLA DELLE POESIE VOL 16: Tutto un mondo diverso.

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La natura è un'artista

La natura è un’artista, lei crea le sue creature come più gli piace, ha creato pelli diverse, da scure a bianche, da gialle a rosse, ha creato esseri differenti, un cane è diverso da un gatto come un uomo è diverso da un leone.

I fiori hanno forme differenti così come i pianeti e i pesci, ogni cosa è diversa, tranne una, l’unica cosa che gli uomini della terra non riescono capire…

L’anima…

Molti esseri umani ridono della diversità e odiano le razze diverse dalla propria, senza capire che l’anima, è uguale per tutti!

(Ejay Ivan Lac)



La felicità è altro

La ricerca della felicità, non è la ricerca di qualcuno che stia al nostro fianco per tutta la vita.

La felicità è raggiungibile grazie ai nostri sogni, è la ricerca della realizzazione dei nostri progetti e delle nostre ambizioni, la felicità è lo sguardo incredulo di chi non ha mai creduto in te, mentre tu tocchi il tuo successo, gli altri si ritirano sconfitti…

Quella è la felicità…

(Ejay Ivan Lac)



E' quasi stupido non dirlo

È quasi stupido non dirlo, può essere banale agli occhi di molti ma, esprimere i propri sentimenti senza veli, fa di noi veri esseri umani…

Se solo potessi stare al tuo fianco, anche se il cielo diventa scuro e il mondo cade a pezzi, stare affianco a te quando le tue mura ti fan paura, poterti abbracciare, quando il terreno sotto di te si distrugge.

Essere al tuo fianco, ogni volta che le tue lacrime diventano acide, quando le parole delle persone ti trafiggono la carne, o quando pensi… di essere sola!

Io vorrei essere quell’entità in grado di amarti, e darti quelle vibrazioni che il popolo della terra non ti ha mai dato, dammi la mano principessa…

Vieni nel mio regno…

E se io morirò, ti abbraccerò per sempre, fino a quando non mi rivedrai!

(Ejay Ivan Lac)


La loro visione

Non è che nessuno ti vuole, il problema sono le persone, sono ipnotizzate sulla società, hanno perso la coscienza e sono senza libertà, prive di intelligenza propria e capacità di ascolto!

Devi essere solo in grado di liberare la loro visione reale della vita, sempre che tu non sia come loro!

(Ejay Ivan Lac)


La nostra madre muore

Ormai camminiamo in un pianeta quasi morto, morte sono le sue stagioni, il suo clima, la sua natura.

Morte sono le sue piante e i suoi animali, morta, è l’empatia umana, morto è l’amore e l’intelligenza, perché se un pianeta muore, muoiono anche le sue creature, anche quelle più importanti come noi…

Noi, che dovremmo essere i suoi figli, lo stiamo uccidendo, così come ci uccidiamo tra di noi, sangue che scorre sui suoi prati, cadaveri, che affondano nelle sue acque…

Pianti e tristezza, gridano nell’aria, la sua aria, trasporta l’odore delle sue invenzioni, che puzzano di stupidità e gas, non abbiamo scampo, domani… potrebbe essere l’unico giorno in cui guarderemo i nostri amici…

i nostri genitori e parenti…

il nostro amore, il nostro animale!

Domani, potrebbe essere troppo tardi per ogni cosa da fare tra un paio di anni, anni che non vedremo mai, se continueremo a non ascoltare ciò che siamo e ciò, che ci ha creato, la nostra madre terra!

Nati dalle sue acque e dalle sue cellule, nati, per servirla e portarla avanti!

Ma se ci odiamo e uccidiamo tra di noi, se ci insultiamo e deridiamo, se cerchiamo di essere sempre meglio di altri e non diamo importanza alla vita, lei… come tutte le madri, si ammala, nel vedere i suoi figli navigare in cattive acque, figli stupidi che non hanno imparato nulla da lei…

Figli, che oltre a non ragionare, la distruggono fisicamente…

Figli, che rischiano di morire, e non vedere le albe dei giorni che verranno!

(Ejay Ivan Lac)


Ti devo parlare

Aspetta, non c’e bisogno che mi guardi, anche se le parole molte volte non sanno di verità e certezza, ti chiedo di ascoltarmi per un attimo, e poi, ti lascerò andare…

Non sarò forse la persona più perfetta del mondo, so solo che quando non ci sei, il mio pensiero è sempre verso di te, anche solo per pochi minuti al giorno, e poi, cerco di pensare ad altro, non so se hai già qualcuno che ti tiene tra le braccia, ma sono convinto che nessuno, riesca ad abbracciarti mentre il suo cuore trema dalla gioia di averti trovato, in un mondo ostile e pieno di pochezza, tu sei probabilmente, la mia unica ancora di salvezza.

Sarebbe stupido dirti che sei l’unica al mondo, sarebbe egoista, dirti che sei la mia unica fonte di luce sul pianeta, ma ora, ho trovato te, e non voglio lasciarti andare via per ricomnciare tutto da capo, non ora che vorrei imparare la lingua del tuo cuore, portarti in quel regno dove non esistono ferite o cicatrici, dove non ti prometto nulla, ma non ti farei comunque mancare niente…

Dove riuscirei a farti sentire donna, viva, e libera allo stesso tempo, perchè sapere di averti con me, è come sapere di aver raggiunto uno dei più bei traguardi che si possa avere…

Non ti dirò mai che sarà per sempre, ma vorrei solo provare a portarti su quella strada, che molti cercano, e non riescono a trovare.

Anche se tu ora te ne andrai, io ricomincierò come sempre la mia vita, potranno esserci altri cuori, altre labbra da baciare, ma per te, solo per te, resterà sempre, una porta aperta nel mio destino…

(Ejay Ivan Lac)


Il rumore del vuoto

Credo possa essere giusto così, anche se il dolore brucia il sangue e ustiona le pareti del cuore, stringerti tra le braccia per l’ultima volta, mentre le lacrime scendono piene di rabbia, il buio sopra i nostri volti, che non ci permettono di guardare i nostri occhi…

Poteva essere diverso, se solo la vita ci avesse concesso del tempo in più, senza portarti via da me, senza uccidere la mia anima, poteva, se solo quella sera mi avessi ascoltato, ora non saresti li, nell’aria e nel vuoto, quel vuoto assordante che fa rumore, e graffia sulle pareti, un vuoto assassino, un vuoto senza colore ne profumo…

Freddo…

Come camminare a piedi nudi nella neve, dove il sangue gela, e non sente nessun tipo di calore, la stessa sensazione, che ha il mio corpo nel letto, senza di te, e non esistono speranze di rivederti, se non tramite una fotografia, e qualche tuo vestito, che porta ancora il tuo profumo inciso, come un brano, che non muore mai, o come una poesia o un pensiero, scritto da un cuore che, ogni volta che ripensa al tuo calore tra le sue braccia, chiede, anche senza risposta, di poter rivedere i tuoi occhi che si chiudono la notte e si riaprono all’alba…

Quegli occhi, che ora, non si apriranno più, e resteranno chiusi, per molto tempo, fino a che i miei, non smetteranno di guardare il mondo.

(Ejay Ivan Lac)

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