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LA SCATOLA DELLE POESIE VOL 1 - Raccolta di poesie aggiornata!




ANIME SULLA LUNA
Siamo anime che vivono sulla terra e camminano sulla luna, anime in cerca di risposte, anime in cerca di qualcuno d'amare, anime, che piangono la notte e nascondono di giorno, con un sorriso, il sangue che cola dai loro occhi.

Ma la luna sa, lei vede e ascolta ogni nostro pensiero, ogni nostra parole, cercando di accontentare tutti con le sue risposte, con il suo calore, la sua luce richiama la nostra attenzioni, in quelle notti calde d'estate, illuminando le nostre strade, i nostri visi, quando sono rivolti verso di lei. 

Diventa piena quando siamo in troppi a parlarle, ma non discrimina nessuna razza, nessuna forma, nessun colore, lei è la nostra guida, lei, è l'archivio delle risposte che cerchiamo, dandoci conforto anche senza che le parliamo....

Anime, che cercano di volare, che hanno bisogno di essere ascoltate, capite, riscaldate, consapevoli che nessun essere umano possa mai prendere il posto, della luna, ne come luce, ne come bellezza, unica nel suo genere.

(Ejay Ivan Lac)




L'ULTIMO VENTO
Nel mezzo del vento, tra il rumore delle foglie di alberi spogli, il tramonto all'ora di cena, e lei, che mi guardava con l'ultimo sguardo prima del nostro addio. 

La sua pelle delicata, i suoi capelli mossi dal vento, mentre il mio cuore batteva fortissimo, avrei voluto prenderla con le mie braccia, per non lasciarla andare, ma i minuti passavano veloci, anche troppo, non potevo farla andare via senza aprire la mia anima ai suoi occhi, accarezzare il suo cuore con le mie parole, mentre il sole lasciava un velo scuro, per far spazio alla notte, mi avvicinai a lei, afferrandola dalle mani. 

Gli chiesi di restare, gli chiesi, di pensare, perchè lei è una di quelle meraviglie che difficilmente incontrerai ancora, e non esiste mondo migliore di lei, che possa riuscire a farmi sentire, come lei mi faceva sentire. 

Le dita si incrociavano, in una leggera e delicata carezza, anche se eravamo molto vicini, io la sentivo troppo lontana, il blocco alla gola, le lacrime in procinto di uscire, quella sensazione di paura, disperso nel vento, lontano dal mondo, quel mondo che avrei voluto vicino a me, ma che si stava staccando come una foglia dal suo albero, in una giornata d'autunno! E si allontanò, facendomi sentire come gli alberi spogli, in un sentiero di foglie morte. 

(Ejay Ivan Lac)




ANCORA UN MINUTO
Ancora un minuto, prima di salutare questo mondo, un minuto, per ripensare ai sorrisi più belli, scartando quelli insignificanti e vuoti, ripercorrendo quelle strade infinite, che portavano alle mie mete, altre invece, erano più spensierate, non portavano da nessuna parte, ma non aveva importanza, il valore stava nel assaporare ogni colore e profumo. 

Un minuto, per ricordare il tuo sorriso, la tua voce, il calore delle tue carezze e il fuoco, della tua pelle, le serate con gli amici, l'odore della birra al sabato sera, le tavolate con i parenti, le litigate, le gioie, i profumi delle stagioni, sentirsi come un raggio di sole che illumina i minuti e le ore, come la luna che ascolta e consiglia, le anime più importanti, sentirsi, vivi, provando qualsiasi cosa senza mai tralasciare, un minuto, per ricordare le migliori esperienze, le migliori vibrazioni, emozioni, i ricordi da bambino, le stronzate da ragazzo, e la consapevolezza e le sfide di un adulto. 

Un minuto, per affrontare con coraggio la fine di un lungo percorso, in questo letto, in questo corpo ormai vecchio, ma con un'anima che non è mai appassita... Un minuto, per chiudere gli occhi, e ringraziare questa lunghissima vita, morire... con il sorriso sulle labbra! 

(Ejay Ivan Lac)




COME UN URAGANO
Quella rabbia che mi saliva mentre guardavo fuori dalla finestra, il liquore nel bicchiere alla liquirizia, il cielo che diventa nero e il vento, che iniziava a collegarsi al mio stato d'animo, mi chiamava, mi chiedeva di uscire, finito l'ultimo sorso, misi il bicchiere sulla scrivania ed aprii la finestra, per sentire la sua forza, la sua intensità che saliva, l'energia che scatenava mi agitava, mi invitava a sfogarmi insieme a questo temporale, cattivo, voglioso nel sangue di distruggere tutto ciò che avrebbe trovato sul suo cammino.... 

Scesi le scale, fuori di casa, fuori dal cancello, guardavo verso l'orizzonte, affascinato da quel cono gigantesco nel cielo, che diventava sempre più grosso, gli alberi si piegavano ma non si spezzavano, e mi sentivo come loro, forte, anergico, deciso, a farmi colpire da quella energia che si intensificava sempre di più. 

Le persone scappavano da lui, ma io gli andavo contro, camminando tranquillo, con il sorriso sulle labbra, quando la sua energia divenne pericolosamente distruttiva, io gridai fortissimo, non per la paura, ma per fondermi e diventare partecipe di quella distruzione totale, che puliva ogni mia distrazione, e non me ne fregava nulla di nessuno, di chi amavo, di chi apprezzavo, di chi mi stava intorno, di chi mi voleva bene, io, in quel momento, volevo solo diventare la distruzione del mondo intero, il cuore batteva fortissimo, la tensione era altissima da soffocarmi il respiro, e gridavo, come il vento che urla fuori dalla finestra, come i tuoni spaventano ad ogni loro esclamazione. 

E quando tutto finì, mi sentii libero, e felice, per una volta, non avevo paura della vita, ma la vita, aveva paura di me... 

(Ejay Ivan Lac)

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