SCIVOLA IL FUMO SULLA PELLE: Il tramonto, il grano, l'odore del sesso (VM 18)

Accesi il suo spinello, aspirò il fumo nella sua bocca, un intensa nuvola bianca accarezzava il suo viso, il profumo dell'erba, i suoi capelli biondi, occhi da cerbiatta, un abbigliamento trasandato e il mio desiderio che saliva in alto, come saliva in alto il fumo che aveva appena soffiato fuori dalle sue labbra, labbra che avrei voluto baciare all'istante.

Il ronzio delle cicali in mezzo ai campi di grano, fuori da quella finestra aperta verso il tramonto rosso, tra orti e campagne, lontano dal rumore della civiltà, lontano da ogni fastidio, da persone mediocre e superficiali, solo noi due, dove un raggio di sole diventa una storia da raccontare, dove un singolo soggetto diventa protagonista di una storia divertente, che ci fa ridere per ore.

Il suo profumo, muoveva le mie sensazioni verso di lei, così dopo l'ultima aspirata di erba, la baciai, con le mani sul viso, morbida e calda, bella, intensa come il profumo del caffè la mattina, svegliava le mie fantasie, la toccai, dolce, la leccai, dolce, con la cura che ha la seta sulla pelle, sospirava forte, impossibile resisterle, si tolse le mutandine da sotto la gonnellina marrone, la feci sedere sopra ad un mobiletto in legno, la penetrai con forza, a lei piaceva così, ogni volta ricercava in me l'esagerazione, suggerendomi di andare più forte, le sue gambe mi avvolgevano, scivolavo dentro di lei, scottava, il suo corpo si scaldava tantissimo, ansimava gridando, incuranti di cosa c'era fuori, intorno a quella piccola casetta, il silenzio della natura, e il nostro istinto animale, che ci rendeva vivi ed eccitati...

(Ejay Ivan Lac)