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COCCOLE PROIBITE: Un viaggio nel sangue che pulsa, in due corpi che si infiammano! (VM 18)




Un biglietto di sola andata, senza possibilità di ritorno, per quel suo corpo appena uscito dal bagno, il regiseno nero, l'asciugamano che avvolgeva la sua pelle, i capelli neri bagnati e le impronte dei suoi piedi sul pavimento.

Il profumo del thè alla vaniglia che si era versata nella tazza, si espandeva nel salotto, nelle sue labbra, nel suo respiro, che percepivo quando stava vicino al mio viso per dirmi: "Fa troppo caldo oggi"

Le dissi che quel caldo, mi faceva venire voglia di spogliarla e buttarla sul divano, lei rise, con quello sguardo da furbetta.

Finì di bere, poggiando la tazza sul tavolino, la presi dai fianchi spingendola lentamente verso una poltrona, lei si tolse l'asciugamano e mi baciò, la sua pelle umida sopra la mia, il profumo del balsamo nei suoi capelli, il sapore di vaniglia nella sua bocca umida e calda, come la sua lingua, che scivolava nella mia bocca!






Baciare il suo corpo era come mangiare il miglior cibo afrodisiaco, guardare il suo seno che si gonfiava ad ogni respiro, morbido, delicato, nell'attimo di quella voglia troppo forte da controllare, le tolsi tutto, mettendola a nudo, baciandola e leccandola in ogni sua parte.

La spinsi sulla poltrona, lei aprì le gambe, mi fermò dicendomi che voleva provare qualcosa: "Aspetta, prendi la fetta di torta nel frigo, quella con la panna" la guardai negli occhi, chiedeva qualcosa di strano, qualcosa di sporco, non era solo sesso, era un terribile gioco eccitante, che mi faceva battere il cuore, una sensazione agitata mischiata con l'eccitazione, presi la torta fredda dal frigo, lei si mise sdraiata su pavimento, mi misi affianco a lei, poggiai il piattino a terra e con due dita, ne presi un pezzo, cominciando a spalmargliela sul petto, sul seno, i capezzoli.

A lei piaceva, godeva nel sentire leccare la sua pelle, i suoi capezzoli ricoperti di crema pasticcera, e briciole di pan di spagna, presi altri pezzi di torta, che leccava dalle mie dita, mangiava, era affamata, e ne voleva ancora, con altri pezzi di torta, la girai, spalmando il suo ano di dolcezza, delicata, dolcezza cremosa che colava e sporcava il suo corpo appena pulito!

Le mie dita scivolavano dentro di lei, veloce, per farla godere, si toccava, accarezzava il suo seno, tirai fuori le mie dita dal suo ano, mi slacciai i pantaloni, uno schiaffo su quel culo piccolo e dolce, e la penetrai, accaldato, voglioso, tirandogli i capelli da dietro, sentivo che arrivava, sentivo il sangue scorrere veloce, e alla fine esplodemmo in due, sporcandogli la schiena, dove tutto colava, lei si stese sul pavimento, rilassata, ascoltando il suo corpo, dopo un orgasmo intenso.

Gli baciai dietro le ginocchia, con piccole leccate, lei ansimava leggeva, quel tocco la rilassava ulteriormente, si alzò da terra e mi guardò: "Adesso tocca rilavarmi ancora"

(Ejay Ivan Lac)





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