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ALTERNATIVE GIRL: Molto cattiva, poco amorevole (VM18)

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Scritto da:

Ejay Ivan Lac



ALTERNATIVE GIRL

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Capitolo 1

ODIO PROFONDO


I suoi stivaletti neri, lucidi, che accompagnavano i suoi jeans blu strappati da dove si intravedeva il suo collant rosa, la sua maglietta nera, i tatuaggi e i capelli dello stesso colore dei collant. La sigaretta appena accesa, seduta sul bordo della fontana di piazza castello, a Milano, mentre la gente passava davanti ai suoi occhi la sua mente pensava, ad ogni tiro di tabacco.

Molte volte aveva gli sguardi puntati addosso, si chiedeva sempre il perchè di tutto questo, lei si sentiva soltanto libera di essere ciò che voleva, è ai suoi simili dava fastidio, le persone non accettano il fatto che, un altro essere umano possa essere diverso dal classico standard che la natura spesso crea.

Pensava tra se e se: "Perchè la gente mi guarda? cosa gli fa paura di me? forse perchè porto i capelli di un colore che non è stato creato dalla vita? forse, perchè ho questo aspetto trasandato che per me, risulta figo, meglio di qualsiasi vestito elegante da donna... io odio i vestiti eleganti da donna, mi sento soffocare per quanto possano essere delicati e leggeri. Non sono scema, so cosa è un vestito da donna, forse tu, signora che mi stai guardando con i bambini, pensi che io non sappia di essere una donna, ma io lo sono... ma i vostri vestiti mi fanno venire l'ansia alla gola! Intanto sua figlia mi sta sorridendo, lei si che da grande sarà una tosta"

Marta mise la sigaretta finita, nel suo posacenere portatile, lo mise nella borsetta, aveva rispetto per la natura e l'ambiente, per lei, anche un mozzicone di sigaretta era pericoloso per il pianeta, non sopportava quando vedeva la gente buttare i fazzoletti o le lattine, per strada o vicino ai parchi, gli gridava spesso "Hey testa di cazzo!!! raccogliala subito" con il suo fare aggressivo, molti si spaventavano e di corsa raccoglievano ciò che buttavano a terra.

Non si sentiva parte della società, ma era comunque costretta a lavorare per il sistema, senza soldi non si può sopravivere, era una commessa di un negozio di vestiti, nei pressi del Duomo. Non andava daccordo con tutte le colleghe, tranne con una, Lisa, una ragazza molto timida e minuta, aveva difficoltà a prendere confidenza, ma con Marta, si sentiva a suo agio.

Lisa: "Marta hai fatto cinque minuti di ritardo, meno male che il capo non ti......"

Marta: "Lisa chiudi il becco, non è arrivato il capo, non ha visto niente, rilassati"

Lisa: "Ok... ti sei rilassata nella pausa?"

Marta: "ahaha! Ma che cazzo di domanda è?"

Lisa: "Era così, per chiedere...."

Marta: "Secondo me fai tanto la solitaria, ma conosci gente che ha roba buona!"

Lisa: "No no, io non uso quelle cose la..."

Entrarono nel negozio tre ragazze, abbastanza appariscenti, gonne corte e canottiere aderenti, occhiali di marca e capelli ben pettinati, le classiche ragazze con la puzza sotto il naso. Romina, quella più acida, vide Lisa, erano ex compagne di superiori ai tempi, e Lisa è sempre stata la sua preferita... da bullizzare.

Romina: "O mio dio!!! Lisa? fai la comessa adesso?" le altre due si misero a ridere per prenderla in giro, Lisa divenne rossa, dall'imbarazzo si mise a piegare delle magliette sopra un tavolino. Romina si avvicinò a lei con fare superiore: "Sai che io lavoro nella azienda di mio padre? ieri ho preso quasi tre mila euro. Quindi, so che qui vendono vestiti costosi, ne vorrei prendere due"

Lisa: "Beh... dipende dai tuoi gusti..."

Romina: "Parla più forte, non sento niente!"

Marta: "Scusa! vieni ti servo io, non preoccuparti" Romina si avvicinò a Marta sorridendo: "Meno male, che ci sei tu, quella non sa fare un cavolo, allora stavo dicendo....."

Marta: "Aspetta, fammi vedere come sei fatta, ok... gira su te stessa... bene..."

Romina: "Bene... puoi servirmi adesso? grazie!"

Marta si avvicinò a lei, annusandola, le altre ragazze la guardarono stupefatte, mentre Romina si allontanò scioccata: "Ma che cazzo mi annusi???"

Marta: "Mi dispiace, puzzi... non posso farti provare i vestiti, e poi qui abbiamo solo misure slim..."

Romina: "Stai dando di matto per caso??? io non puzzo, e sono magra, guarda bene!!!"

Marta: "Guarda fuori dal negozio, c'è gente che si sta chiedendo da dove viene questo odore di sudore..."

Romina: "E tu guarda bene fuori dal negozio, perchè quella sarà la tua prossima casa quando dirò al tuo capo come mi stai trattando" Romina staccò il cartellino con il nome di Marta, dalla maglietta della ragazza, facendolo cadere a terra, Marta lo raccolse riattaccandolo.

Romina si avvicinò al suo viso, si guardavano minacciose negli occhi: "Hai capito, cosa ti ho detto.... Marta???"

Marta: "Marta è per gli amici, chiamami pure mia regina..." 

Lisa non sapeva più dove guardare, ed era agitata, aveva paura che si sarebbero prese a schiaffi da un momento all'altro, ma Romina mollò il colpo, si mise a ridere ed uscì dal negozio mentre Marta continuava a fissarla fino a quando non se ne erano andate definitivamente.

Lisa ancora imbarazzata disse: "Grazie, sei stata mol...." ma Marta come al solito la zittì: "No no, non l'ho fatto per te, mi stava solo sulla figa, tu non centri! Ora mettiamoci a lavorare sta entrando gente!!!"

Lisa sapeva che non era proprio vero quello che aveva detto, fece un sorriso e continuò il suo lavoro.

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Capitolo 2

RIFLESSIONI



Diario di Marta - 12 Gennaio 2018

"Non è che non mi piace il mio lavoro, è che dopo che vedi cento persone la mattina e duecento la sera, ti viene l'immagine di te stessa, mentre usi un taglia erba rotante, come nel film Splatter lo schizza cervelli, dove avanzi con le lame taglienti e fai fuori tutti quanti. Io già odio la società, le persone in generale, pensare di vedere esseri umani tutti i giorni, di tutte le categorie, mi viene il volta stomaco! Fossero esseri originali, diversi... ma niente, sono tutti snob, vestiti bene, tutti perfetti, coloro che nascondono le loro imperfezioni facendo finta di non averne, e poi guardano dalla testa e i piedi, tutti quelli che secondo loro hanno qualcosa di sbagliato! mi fanno solo vomitare"

Quella sera al pub, mentre sorseggiava la sua birra, si sentiva osservata da troppi uomini, uno di loro si avvicinò a lei, gli chiese il nome e quanti anni aveva, ma la sua risposta era sempre la stessa: "Non ho nomi per te, in oltre ho gli anni che ho" tutti si sentivano rifiutati con quella risposta, e si allontanavano.

Lisa era insieme a lei al tavolo, stava bevendo una Coca Cola zero con il limone, la guardava come fosse una dea, affascinanta dal suo modo di essere, Lisa era comunque una ragazza carina, ma nessuno si avvicinava mai a lei.

Marta: "Lisa, non mi fissare, mi fai innervosire... poi già che ti bevi la Coca con il limone!"

Lisa: "Non capisco come fai ad essere così coraggiosa, io non ci riesco, mi sento troppo timida"

Marta: "Devi farti una scopata, non puoi stare tutta la vita così..."

Lisa: "Ma che dici??"

Marta: "Che è ora che prendi il cazzo in bocca, questo dico..."

Lisa: "Non credo di riuscire a fare una cosa del genere..."

Marta notò un ragazzo seduto ad un tavolino, e un bastone come stampella, vide che lui la guardava e poi distoglieva lo sguardo, la ragazza sorrise, prese la sua birra e tirò anche la sua amica Lisa verso il tavolo di quel ragazzo. Marta sorrise e si accomodarono li con lui: "Possiamo sederci con te, o aspetti qualcuno?" il ragazzo sorrise: "No, non aspetto nessuno, sedetevi pure... io sono Francesco".

Marta: "Lei e Lisa, io sono Marta, scusala, sembra strana ma è solo timida ahaha!"

Lisa: "Io... faccio solo fatica a fare amic...."

Marta: "Si si abbiamo capito!!"

Lisa: "Ok....."

Francesco: "ahahah! siete fantastiche... beh... anche voi da sole vedo, come mai?"

Marta: "Diciamo che stiamo bene insieme, tutte le altre persone non ci interessano, eccetto te... che sembri abbastanza particolare! cosa ti sei fatto?"

Francesco: "Oh! il bastone dici? beh, sono nato così, ho una gamba che non funziona... e quindi, mi appoggio al bastone"

Lisa: "Oh poverino!!!...." Marta la guardò, e Lisa rispose ancora: "Si... mi dispiace per lui ecco..."

Marta: "Continua a berti la tua Coca con il limone va ahaha!"

Francesco: "Non c'è da dispiacersi, la natura ci ha resi tutti diversi per fortuna, no?"

Marta: "Questo è ciò che penso sempre anche io, ma nessuno lo capisce, è una vera tortura"

Francesco: "Che lavoro fai?"

Marta: "Lavoriamo entrambe in un negozio di vestiti, uomo e donna!"

Francesco: "Quindi tutti i giorni hai a che fare con gli esseri umani, non ti senti soffocare?"

Marta: "Mi sento come un assassina che non può dar sfogo ai suoi sentimenti cattivi..."

Francesco: "Siamo molto simili, io faccio il cassiere in un supermercato, forse io ne vedo di più"

Marta: "Forse si..."

Francesco: "I vostri sbagli quali sono?"

Marta: "Per la società io ho lo sbaglio di sentire il dovere di vestirmi ed essere come dico io... mentre lei, per la società è sbagliata perchè praticamente è timida!"

Francesco: "ahaha, si si capisco!"

Marta fermò il cameriere e gli chiese di portare una bottiglia di vino e tre bicchieri, Lisa la guardò incuriosità, non capiva perchè avesse preso tre bicchieri di vino: "Marta, io non bevo il vino... non mi va!" Marta si girò verso di lei: "Piccola... è già traumatico il fatto che tu beva una coca con il limone, lascia fare a me, eh?". 

Il cameriere portò il vino al tavolo, e tre bicchieri, con qualche stuzzicheria di patatine, olive e formaggio: "Questa ragazzi la offro io... cioè la prima della serata ahaha" Lisa guardava il suo bicchiere poggiato davanti a lei, mentre Marta gli versava il vino, lo vedeva salire sempre di più, ed era agitata, non aveva mai bevuto il vino, non sapeva cosa gli avrebbe potuto fare!

Francesco: "Siamo sicuri che non gli farà male?"

Marta: "Al massimo comincerà a denudarsi e ballare in giro per il locale... sarebbe uno spettacolo!"

Lisa: "Una volta.... ho bevuto la birra, e mi girava la testa forte... non so se il vino sia la stessa cosa"

Marta: "Beviamolo alla nostra salute per scoprirlo no?" fecero il brindisi e diedero tutti e tre il primo sorso, tranne Lisa che era arrivata subito a fine bicchiere, Francesco e Marta rimasero stupefatti e si misero a ridere.

Marta: "Lisa, vacci piano, o lo finirai tutto ahaha!"

Lisa: "E' buono... si di fragola!!!"

La serata scorreva, tra risate e battute, Lisa non si era accorta di aver bevuto anche il secondo bicchiere, si era fatta fuori tutta la ciotola delle patatine che si trovava sul tavolo, non sembrava particolarmente ubriaca, anche se risultava legermente più aperta del solito. Marta guardò Francesco negli occhi e disse: "Sapete che io non l'ho mai preso nel culo?" il ragazzo gli andò di traverso il goccio di vino che stava sorseggiando, mentre Lisa si mise a ridere mentre mangiava le patatine: "ahaha Marta, ahaha"

Marta: "Seriamente, non l'ho mai preso nel culo, non so neanche cosa si sente"

Lisa: "Io... una volta mi sono messa le dita dentro...." Il silenzio si appoggiò sul tavolo, i due rimasero stupiti dalle parole di Lisa, non si sarebbero mai aspettati una rivelazione di questo tipo, Marta sorrise con il bicchiere in mano: "Brutta zozzona del cazzo!!! allora quando sei a casa sei una porca schifosa eh?" Lisa divenne rossa, ma non si nascose come faceva di solito: "Io... ecco io... a volte ho voglia eh... faccio gli esperimenti..." i due si misero a ridere, e lei rimase intimidita: "Si... faccio gli esperimenti... ridete pure!!! tanto so che li fate anche voi ecco...."

Francesco: "Sei troppo tenera Lisa"

Marta: "Sentite ma... se stasera noi tre, andiamo a sperimentare tra di noi... vi va?"

Lisa e Francesco si guardarono, non sapevano cosa dire, Marta mise una mano sulla gamba di Lisa e gli accarezzava il ginocchio: "Non fare la timida, so che ti piacerebbe provare..." la ragazza ritornò nel suo mondo chiuso, non sapeva cosa rispondere, guardava la sua amica negli occhi, si sentiva in imbarazzo: "Non ho mai fatto queste cose..."

Francesco: "Dici tutti e tre insieme? nello stesso momento?"

Marta: "Certo..."

Lisa: "Io forse è meglio che vada a casa, domani dobbiamo aprire il negozio, non voglio fare tardi... tu se vuoi resta pure ok?"

Marta: "Ma dove scappi piccolina? resta qui con noi... lasciati andare..."

Lisa: "No io... io voglio andare a casa... ci vediamo domani eh?"

Marta: "Ok, vai a infilarti le dita nel culo? ahaha!"

Lisa: "No!"

Marta: "E dai che sto scherzando, dove vai... resta!"

Lisa: "Vado, ciao a tutti!"

Marta: "Che noiosa a volte!!!"

Francesco: "L'hai spaventata con la tua idea del trio!"

Marta: "Possiamo farlo noi due però, che ne dici?"



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Capitolo 3

NOTTE AGITATA


Marta portò Francesco a casa sua, non era solitamente ospitale con le persone appena conosciute, ma con lui fece un'eccezione, c'era quel qualcosa che lo rendeva interessante ai suoi occhi, tanto che voleva farci del sesso insieme, gli piaceva, era in sintonia con lui, e si lasciò andare nelle emozioni del momento.

Francesco era un imbarazzato, lei lo portò in camera da letto e lo spinse sul letto, si tolse la maglietta, e lui la guardava tutto eccitato: "Sei emozionato bimbo?" lui sorrise, gli accarezzò i fianchi nudi, ricoperti da due rose nere tatuate: "Molto emozionato, sei stupenda..."

Marta cominciò a baciarlo, mentre gli toglieva la maglietta e i pantaloni, si lasciò spogliare da lui che la mise sul letto e cominciò a baciarla in tutto il corpo.  

Lisa si stava dirigendo verso il portone di casa sua, quando due figure maschili e una femminile, si avvicinarono a lei, la spinsero contro dei sacchetti della pattumiera facendola cadere a terra, la riempirono di calci e pugni, questa ragazza si avvicinò al suo viso e gli sputò in faccia, stringendo il suo collo con la mano gli gridò vicino al viso, inginocchiata a terra: "Non mi dovete rompere i coglioni!!! hai capito puttana di merda??? io ti ammazzo se mi rompete i coglioni!!!!" uno dei ragazzi cercò di staccarla da lei: "Fermati adesso, rischi di ammazzarla..." le tre figure se ne andarono di corsa, lasciando Lisa stesa a terra mentre tossiva. Cercò di alzarsi con fatica, perdeva sangue dalla bocca e dal viso.

Marta stava fecndo sesso con Francesco, mentre lui la penetrava tutto eccitato, lei ansimava mentre lo stringeva a se: "Fammi venire... fammi venire" chiedeva al ragazzo, che la leccava sui capezzoli, lui spingeva più in profondità, lei si tolse da sotto, gli afferrò il pene per farsi venire in bocca, mentre lei si masturbava gli fece un bocchino e lui venne, il suo sperma fini dentro la bocca di Marta, che con versi di piacere continuava a leccarlo.

Lisa riuscì ad arrivare agonizante alla porta del suo appartamento, con fatica riuscì ad infilare la chiave nella serratura, mentre le lacrime cadevano sul pavimento insieme al sangue che gli fuoriusciva dalle ferite e dalle sue labbra rotte. Chiuse la porta e si sdraiò sul divano piangendo spaventata, si strinse in posizione fetale stringendo uno dei cuscini che aveva li vicino sul divano.

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Capitolo 4

LA VENDETTA


Il cellulare di Marta si mise a suonare alle 8:35 del mattino, era nel letto con il ragazzo del pub, Francesco, sentiva la suoneria provenire dal comodino, era ancora stordita dalla notte bollente passata con lui. Prese il cellulare in mano, segnava numero sconosciuto, con voce ancora addormentata rispose, Francesco si sveglio ed ascoltò la chiamata.

Marta: "Come dice? ...... Quando è successo? ..... ok, si si, arrivo subito, grazie"

Francesco: "Che è successo?"

Marta: "Lisa è in ospedale da ieri notte... dai vestiti che andiamo!"

Arrivati all'ospedale, il medico parlò subito con loro, mentre li accompagnava verso la stanza della loro amica: "Ha chiamato lei stessa l'ambulanza, dicendo che era stata aggredita e aveva dolori forti nell'addome, è stata visitata e portata in ambulanza subito questa notte. Ora è medicata, ha subito dei colpi molto forti, porta dei lividi su tutto il corpo, ma si riprenderà molto presto, non preoccupatevi"

I due entrarono nella stanza, videro Lisa sdraiata sul letto, con il viso ricoperto da cerotti bianchi, un braccio fasciato, una flebo nel braccio destro che conteneva l'anti dolorifico e infiammatorio. Marta si mise seduta con la sedia vicino a lei, e gli prese la mano: "Lisa!!! ma che cazzo è successo? eh?" la ragazza si mise a piangere, non riusciva a rispondere, ma Marta non si arrendeva, voleva sapere qualcosa da lei: "Allora? riesci a dirmi chi è stato? eh? dimmi qualcosa!"

Francesco: "Marta, forse è meglio lasciarla riposare, non è ingrado adesso"

Marta: "Se scopro chi ti ha ridotto così, gli spacco le braccia..."

Lisa guardò Marta negli occhi, gli fece capire qualcosa con il suo sguardo, il volto di Marta si riempì di cattiveria, lasciò la mano della sua amica e chiese a Francesco di aspettarla: "Ascolta, fai compagnia tu a lei, io arrivo tra un'oretta, tu non lasciarla sola ok? prestami le chiavi della tua auto" il ragazzo gli diede le chiavi e chiese: "Dove vai?" Marta guardò la sua amica e rispose: "C'è una cosa che devo fare!"

Con l'auto si diresse verso un bar che conosceva bene, si mise seduta ad uno dei tavolini disposti fuori, ordinò un caffè e si accese una sigaretta, due tavoli più avanti, si trovava Romina, che sorseggiava un the freddo con una sua amica. Romina la vide che la fissava e cercava di non incrociare il suo sguardo, che era fisso verso di lei. La ragazza si sentiva osservata, cercava di non far capire alla sua amica il livello di disagio che stava provando in quel momento, ogni tanto i suoi occhi incrociavano quelli di Marta, sentiva il vuoto sotto i piedi, si chiedeva cosa volesse da lei.

Il sudore cominciava a colare dalle sue tempie, il cuore era agitato, si sentiva minacciata da lei, Marta era una delle poche che gli metteva suggestione. Romina si alzò dalla sedia per andarsene: "Scusami, ma devo scappare, mi sono ricordata una cosa...." la sua amica non capiva cosa stesse succedendo: "Romina ti senti bene? sembri spaventata" la ragazza fece un sorriso forzato: "Ma no, no, è tutto ok, solo che mi sono ricordata una cosa importante, devo andare... poi ti spiego, scusami ancora, a dopo!"

La ragazza tutta agitata salì nella sua auto, gli tremavano le mani anche mentre cercava di mettere la chiave. Riuscì a mettere in moto e si allontanò da quel bar.

Percepiva che qualcosa non andava, e che forse, era collegato a Lisa che aveva picchiato la sera prima. Scese dall'auto per dirigersi verso il portone del suo palazzo, mentre cercava le chiavi nella borsa, dietro di lei, gli si appoggiò Marta, che con voce bassa gli disse: "Adesso apri questo portone e andiamo dentro... chiaro?" Romina annuì tutta spaventata, aprì e la fece entrare con lei.

Romina: "Io volevo solo dire una cosa...."

Marta: "Stai zitta puttana! io so chi sei, da quando ti ho vista entrare nel negozio... ahaha! tu sei la figlia del mio ex capo, che mi ha licenziata solo perchè non gli ho dato il culo..."

Romina: "Non centro niente con quello che fa mio padre... non devi prendertela con me!"

Marta: "Davvero non sai perchè sono qui? eh?"

Romina: "Forse ho capito, ma lascia che dica una cosa...."

Marta si avvicinò a lei dandogli due forti schiaffi sulla testa, la ragazza era spaventata e si copriva con le braccia, ma Marta era troppo arrabbiata e gli gridò vicino alla faccia: "Tu hai massacrato di botte la mia amica!!! devi provare dolore per questo hai capito!!!???" la prese dai capelli facendola cadere a terra, gridandogli contro: "Sei una merda!!! una nullità, fai schifo a tutta la razza umana, sei inutile come tutti i tuoi simili di merda!!!".

Marta cominciò a tiragli pugni sulla pancia e calci sulla schiena, mentre Romina cercava di proteggersi, tentando di alzarsi per scappare, ma lei con i piedi riusciva a tenerla a terra: "Che c'è troia? eh? hai perso il coraggio da stronza che ti eri creata? dov'è la bulla che fa la spaccona? io non la vedo!!!"

Romina si mise a piangere, pregandola di fermarsi, accovacciandosi vicino al muro: "Basta... ti prego mi hai fatto male, basta... ti prego..." 

Marta: "Mi devi dire, basta mia regina, dillo..."

Romina: "Ti chiedo scusa... basta ti prego!"

Marta: "Mi... devi... dire... basta mia regina!!! dillo puttana!!!"

Romina: "Basta.... mia regina... basta!"

Marta si accese una sigaretta, e sputò sui capelli della ragazza, che piangeva dolorante a terra: "Sai una cosa? mi fai pena, si perchè... fate tutti i grandi pezzi di merda verso le persone che secondo voi sono inferiori... beh guarda quanto è buffa questa situazione, tra me e te, quella che sta una merda sei proprio tu! Accovacciata a terra, con il mio sputo tra i capelli mentre ti copri la faccia con le braccia... sei davvero patetica, come sono patetici tutti i tuoi simili di questa società vuota. Ma al primo tocco... siete tutti fatti di plastica..." 

Il dolore che sentiva era forte, tentò di alzarsi da terra, tenendo sempre le braccia vicino alla testa, per paura che Marta gli desse altri pugni e sberle. Marta la guardava e sorrideva: "Sei uno schifo! Senti, vattene nullità, mi è passata la voglia, pensavo fossi più aggressiva... pff!!"

Romina se ne andò verso casa sua, mentre Marta aprì il cancello con il pulsante ed uscì dal palazzo. Non era preoccupata per le conseguenze di qualche denuncia, era serena, aveva vendicato la sua amica Lisa, questo la rendeva contenta e soddisfatta.

Ritornata in ospedale, nella stanza di Lisa, si rimise seduta vicino a lei, Francesco la guardò, aveva delle macchie di sporco sul viso: "Ma dove cavolo sei andata?" Lisa si girò verso di lei, sorrise e tentò di dire qualcosa: "Grazie Marta, sei una vera ami....." 

Marta: "No!!! non l'ho fatto per te, ma solo perchè mi sta sulla figa, e non aggiungo altro... va bene???" le due ragazze si sorriserò, ma Francesco continuava a non capirci più niente: "Non riesco proprio a capire cosa stia succedendo... poi voglio sapere tutto eh!!"

Le due ragazze si misero a ridere.






FINE

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